A Baia, nelle immediate vicinanze della vecchia stazione della Cumana che collegava i Campi Flegrei al centro di Napoli, è custodito un affascinante resto archeologico di epoca romana. Si tratta del Tempio di Diana, un’antica piscina che faceva parte di un grande complesso termale riservato alla nobiltà di allora. Prezioso frammento del passato accessibile gratuitamente ai visitatori.
Tempio di Diana, un gioiello archeologico nel cuore di Baia
Il Tempio di Diana fa parte del Parco Archeologico delle Terme di Baia, un antico complesso termale che occupava gran parte di questa piccola area di Bacoli.
Le sue rovine − che oggi sorgono adiacenti alla piazzetta della cittadina, accanto al porto, ai bar e a palazzine di recente costruzione − ci restituiscono la preziosa testimonianza di un territorio ricco di storia. La zona, infatti, era una località di villeggiatura per l’antica élite romana, che si recava qui per usufruire delle note proprietà curative delle sue acque.
Tempio di Diana, la “natatio” dedicata alla dea della caccia
Il Tempio di Diana era dunque una grande “natatio” (piscina), costituita da una sala circolare con una vasca di acqua non riscaldata, il cosiddetto “frigidarium”. È dedicato a Diana, dea della caccia, da cui prende il nome. In passato, infatti, furono ritrovati nell’area alcuni bassorilievi in marmo raffiguranti scene di animali come cani, cervi o pesci, oltre ad un frammento marmoreo con il nome della dea.
Dall’analisi delle sue mura si è potuto constatare che si tratta dell’edificio più recente in termini di costruzione, rispetto all’intero complesso termale. La sua realizzazione risale al III sec. d.C. e pare sia ciò che rimane di un grande palazzo realizzato su commissione dell’imperatore Alessandro Severo, edificato in onore della madre Giulia Mamea.
La struttura del Tempio di Diana
La struttura del Tempio di Diana si presenta simile a quella del vicino Tempio di Venere, anch’esso parte del Parco archeologico. La pianta ottagonale esterna ospitava una sala circolare interna con diametro di 26,50 metri.
Metà della circonferenza purtroppo è andata perduta, mentre ciò che oggi rimane a noi è un semicerchio con parte della vecchia cupola, maestoso elemento distintivo dell’edificio. Senza contare che una grossa sezione del monumento si trova attualmente interrata a causa del bradisismo. Fenomeno che ha fatto sprofondare gran parte della città vecchia sotto il livello del mare, risparmiando quella che all’epoca era la zona collinare di Baia.
Sono ancora visibili, invece, i finestroni ad arco e le nicchie che, probabilmente, allora ospitavano decorazioni in marmo e statue. L’opera, realizzata con un’alternanza di laterizi rosso scuro e mattoni in tufo, si conferma tra le più rinomate rovine antiche del posto. Negli anni il Tempio di Diana ha affascinato appassionati di storia e architettura ma anche fotografi e pittori, giunti qui per scattare una foto o realizzare disegni dal vivo del monumento.
Nota è l'incisione di Cardon Antoine Alexandre Joseph, pittore e incisore belga, della veduta del Tempio ripreso da sudovest e datato 1764. Un tesoro architettonico che vale la pena scoprire, godendosi la magia di un luogo che ha la fortuna di accogliere presente e passato allo stesso tempo.
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Come visitare il Tempio di Diana
Il Tempio di Diana si trova a Baia, frazione di Bacoli, ed è accessibile gratuitamente con prenotazione obbligatoria. Qui è possibile arrivare in auto percorrendo la tangenziale di Napoli fino all’uscita Pozzuoli/Arco Felice in direzione Bacoli. In zona ci sono parcheggi comunali con strisce blu sia sul vicino porticciolo di Baia (il cui accesso è regolamentato dalla ZTL) che nella zona dei cantieri navali, ma anche alcuni parcheggi privati a pagamento.
Oppure con la Ferrovia Cumana (fermata Fusaro o Torregaveta) e poi l'autobus EAV linea 102 "Baia - Torregaveta" e scendere in Via Lucullo.