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Palazzo dell'Ostrichina

Palazzo dell'Ostrichina

A Bacoli, nel parco che dà accesso alla Casina Vanvitelliana, sul Lago Fusaro, con il suo ponte ligneo, c’è un altro edificio di epoca borbonica. Si tratta dell’Ostrichina, comunemente nota come Sala Ostrichina per la presenza di una spaziosa sala per congressi ed eventi, utilizzata dal Comune di Bacoli anche come aula consiliare. È una costruzione di metà Ottocento, il suo nome deriva dalla coltivazione delle ostriche che avveniva nel lago. Inizialmente doveva essere un immobile costruito su palafitte, sull‘acqua, poi fu trasformato in Gran Ristorante per volere del Re Ferdinando.

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Palazzo Ostrichina al Parco Borbonico del Fusaro.

Il Palazzo dell’Ostrichina, al cui interno vi è la più nota “Sala dell’Ostrichina” (o per abbreviazione “Sala Ostrichina”), è uno degli immobili presenti tutt’ora all’interno del Compendio Vanvitelliano del Fusaro, il Real Sito Borbonico presente nel Comune di Bacoli. Una vasta area situata sulla sponda ad est del Lago Fusaro in cui, di rimpetto ai giardini del parco, voluti da Re Ferdinando IV di Borbone, si trova la Casina Vanvitelliana, casino di caccia che il re volle farsi costruire da Luigi e Carlo Vanvitelli nel 1782. L’edificazione del palazzo dell’Ostrichina è successiva al 1805, poiché inizialmente l’ingegnere Costantino Portanova, assistito da Francesco de Vito Piscicelli, era stato incaricato dalla famiglia reale per tracciarne l’impianto e provvedere alla costruzione delle fondamenta di un sito capace di sorreggersi sul lago con palafitte. I lavori, però, furono sospesi nello stesso anno a causa del susseguirsi degli eventi politici (l’arrivo di Napoleone e la nascita del Regno d’Italia).

L’Ostrichina, un altro palazzo sul lago dopo la Casina Vanvitelliana

Uno scambio di lettere tra l’ingegnere Portanova ed il Marchese di Montorio Spiriti, amministratore del Real Sito di Capodimonte, a cui spettava la giurisdizione del sito borbonico, fornisce un quadro chiaro sulle vicende che hanno portato all’edificazione dell’immobile sul lago Fusaro, le tecniche che ne hanno accompagnato la realizzazione e poi l'utilizzo e il costo dei materiali occorrenti per la fabbrica. Il nome “Ostrichina” derivava dalla presenza della coltivazione delle ostriche che avveniva all’interno del Lago Fusaro mediante l’utilizzo di nasse sospese da pali di legno lungo cui le ostriche, appunto, poste in posizione verticale, potevano continuare a “respirare” e quindi a crescere. Il pavimento del palazzo in costruzione avrebbe poggiato proprio su palafitte al di sotto delle quali stanno sospese proprio le nasse ripiene del pregiato mollusco locale. Questo perché all’origine il parco vanvitelliano non si presentava all’epoca come si presenta oggi, essendo le sponde del lago non definite come lo sono ora.

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Palazzo Ostrichina visuale con Casina Vanvitelliana.

In una prima lettera, datata 20 aprile 1805, c’è una stima di 3500 ducati per l’acquisto di pali di legname di castagno finalizzato alla costruzione delle fondamenta. Da una prima risposta da parte del Duca di Miranda (20 maggio 1805) si evince che le stanze vanno elevate seguendo apposito disegno, in cui vi è scritto anche come deve essere la copertura a tetto, e vi è spiegata anche la collocazione del sito all’interno dell’odierno Parco Vanvitelliano, ovvero esattamente tra la Casina Vanvitelliana e gli stalloni. In una lettera successiva vi è specificato un sovrapprezzo sul costo totale causato dalla presenza di acqua e lapillo lavato dopo aver scavato 4-5 palmi di profondità. Il 15 giugno il Duca di Miranda comunica al sig. Marchese Spirito, Amministratore del Real Sito di Capodimonte, la sospensione dei lavori a causa “della mala qualità del Fusaro ove dovean piantarsi le fondamenta” e che per la spesa maggiore detti lavori di palificata venivano affidati all’ingegnere Piscicelli.

Nelle lettere successive si fa riferimento ad una palificata parziale, relativa ai soli angoli dell'edificio e in taluni punti intermedi, come proposta del Piscicelli attraverso verifiche tecniche fatte con picchetti di ferro interrati su un terreno disomogeneo e con punti ad altezza di 16 e 17 palmi. Vengono descritti anche gli strati delle fondamenta, con argilla e lapillo mischiati, e uno di creta con arena sottilissima. I pali, però, non si trovano ad un prezzo conveniente e l'Arsenale di Marina non ne dispone, poichè ha solo legame "taglia a garbo" per riparare imbarcazioni. Così l’ingegner Portanova consiglia un avviso pubblico, pubblicato poi nel mese d’agosto, attraverso cui arrivano due offerte ma che non soddisfano, tant’è che vengono entrambe rifiutate. In una nota l'amministratore Spirito fa riferimento al Brigadiere di Marina, conte di Thun, per ordinare i 140 pali, approfittando del partito esistente con i fornitori dell'arsenale. Successivamente, archi continui di muratura verranno poggiati sulla palificata in travi di castagno, tali da innalzare la quota di calpestio del piano terra di circa 75 cm dalla quota di campagna.

La palafitta parziale e l’ordine del Grand Restaurant

In seguito alla sospensione dei lavori che andavano a rilento, nel 1817 arriva l'ordine di Re Ferdinando di Borbone di dare nuovo impulso all’edificazione del nuovo fabbricato, per adibirlo ad area ristoro non essendoci prima di allora luogo dove poter pranzare. E’ così che nacque l’Ostrichina, con l’intento di farne un ristorante, evidentemente uno dei primi fabbricati di un nucleo di edifici destinati a caratterizzare l’area che dall’attuale Parco Vanvitelliano guarda verso la Casina. Responsabile del progetto e direttore dei lavori fu designato l’erede di Carlo Vanvitelli, l'architetto di corte Antonio De Simone.

L’Ostrichina, il primo Ristorante del Fusaro

L’edificio dell’Ostrichina, sottoposto a continue modifiche, con l’aggiunta di più corpi di fabbrica in periodi diversi, venne adibito a ristorante nel 1853, proprio per volere della famiglia reale. Trent’anni dopo, precisamente nel 1885, venne rinnovato e riaperto al pubblico con un corpo di fabbrica in più avanzato a lastre. Il nucleo originario dell’intera struttura è la torre ove è ubicata la scala interna con i ballatoi, oggi ricostruiti in legno e ferro, attorno alla quale si sviluppano gli otto locali al piano terra, a pianta centrale di forma quadrata, e i quattro locali simmetrici a croce greca posti al primo piano in pieno stile neoclassico. A testimonianza dell’apertura del ristorante vi è un manifesto di fine ‘800 che pubblicizzava proprio la nuova apertura del “Grand Restaurant”, fornito dal Caffè d’Europa, al Lago Fusaro, con pranzi a prezzo fisso di 5 lire e alla carta, con sala da ballo, pianoforti, bigliardi, divertimenti nel giardino, partite di pesca, passeggiate sul lago e persino la vendita di ostriche e di pesci vivi. In questo manifesto, probabilmente rivolto a chi viveva in città, a Napoli, veniva anche comunicata la coincidenza col tram a vapore che percorreva la tratta Napoli-Pozzuoli-Fusaro e viceversa. A fine Ottocento il ristorante dell’Ostrichina venne ulteriormente ampliato, con un ulteriore corpo edilizio di due livelli addossato sulla parte a sud dell’edificio assumendo una forma a “L” ed arrivando ad occupare una superficie coperta di circa 900 mq e una scoperta di 500 mq. Infine, negli anni Cinquanta del secolo scorso, l’Ostrichina assume i contorni attuali, con l’ampio terrazzamento del piano superiore mediante la sostituzione dei suoi archi interni in muratura con travi di cemento armato e adeguamento di tre prospetti esterni al resto dell’edificio.

La “Sala Ostrichina”

L’intera struttura, oggi di proprietà del Centro Ittico Campano S.p.A., società partecipata del Comune di Bacoli, è stata più volte oggetto di interventi di restauro, recupero ed ammodernamento, come ad esempio la sostituzione di alcuni solai (lignei per gli ambienti al primo piano e in cemento armato per quelli al piano terra) e il rifacimento delle coperture e dei tetti avvenuta nel 1998-99, ad opera della Soprintendenza BAA di Napoli. Fu in quella circostanza che venne ricavata quella che oggi è comunemente denominata come “Sala Ostrichina” o “Sala dell’Ostrichina”, la sala più grande dell’intero edificio, con la rimozione di muri divisori interni, sostituzione del solaio di copertura in un’unica campata e pavimentazione di disegno originale in marmi scelti (bianco pisanello, bardiglio imperiale e giallo di Siena). Una Sala che oggi non solo è sede di convegni, congressi, mostre, eventi ludici, concerti, spettacoli artistici e culturali di ogni genere ma che, da un decennio a questa parte, è anche sede delle adunanze del Consiglio Comunale di Bacoli. Una sala da 220 mq che dispone sia di un suo ingresso indipendente, con tanto di gradinate, presenti anche sul lato che affaccia sul lago, sia di altri varchi d’accesso agli altri vani del piano inferiore dell’intera struttura. Struttura che continua ad essere soggetta a diversi interventi di ristrutturazione delle facciate esterne, continuamente rovinate dall’umidità tipica degli ambienti lacustri, in particolar modo quella dell’acherusia palus.

Le operazioni di restauro dell’Ostrichina

L’edificio rispecchia i dettami dell’architettura neoclassica, sia nella tecnica decorativa sia negli elementi utilizzati. I frontoni, le paraste, le cornici e i marcapiani sono realizzati in stucco di colore rosso. Le finestre presentano cornici con frontone piatto e davanzale in pietra scanalato. Il nucleo originario presenta nove locali al piano terra: sei della superficie di 24 mq, due da 45 mq e l’ampia cassa di scala, a due rampe, da 46 mq. Il piano terra è alto 6,50 m mentre al primo piano vi sono altri quattro locali di cui due di superficie da circa 46 mq e gli altri due da 24 mq, con quattro terrazze in corrispondenza dei quattro angoli del fabbricato oltre all’ampia terrazza a copertura del corpo verso sud. Il corpo di fabbrica secondario sul lato est è costituito da altri 6 locali a pianterreno (un deposito da 10 mq, una Cappella con i resti di un altarino in marmo, un androne centrale, un garage, i servizi igienici e un box docce) e 4 locali a piano ammezzato, oltre alle scale a chiocciola. In occasione delle operazioni di restauro di fine anni Novanta, l’Ostrichina non si presentava con gravi danni in seguito al terremoto dell’80 o ai fenomeni bradisismici. Le fessurazioni presenti tra le intercapedini e il distacco degli intonaci erano dovute alle infiltrazioni d’acqua provenienti dal deterioramento delle coperture (insufficiente impermeabilizzazione dei solai, poi sostituiti) e per l’umidità in risalita (dovuto anche all’ambiente lacustre, i cui effetti sono visibili ancor’oggi). Una struttura non manutenuta e che versava nel degrado e nell’abbandono, usurata dal tempo ma non danneggiata da alcun crollo. Inoltre alcuni danni venivano evidenziati nelle aree che univano fabbricati edificati in momenti differenti. I lavori, finanziati dal Ministero dei Beni Culturali, hanno riguardato il miglioramento statico delle strutture principali verticali (sostituzione elementi portanti e rinforzo delle murature in prossimità delle piattabande e dei cordoli), la sostituzione dei solai più fatiscenti e coperture dei tetti a tre falde, il rifacimento della copertura lignea del vano scala e il rinforzo delle fondamenta (con vespaio areato e barriera chimica con resina a basso peso molecolare nell’area basamentale per evitare la risalita dell’umidità). E poi miglioramento degli interni con nuove opere impiantistiche (impianto idrico, fognario, elettrico, telefonico, termico, antincendio, antifurto, ascensore e apparecchiature d’illuminazione), sostituzione degli infissi in legno di castagno, nuove controsoffittature in cartongesso ed infine due simmetriche rampe di accesso per i diversamente abili.

Non è previsto alcun titolo d'ingresso per il Palazzo dell’Ostrichina, la quale solitamente è chiusa al pubblico, ma un tariffario per eventuale fitto del salone al piano terra o dell’intera struttura per convegni, mostre, eventi e/o manifestazioni di ogni genere, contattando il Centro Ittico Campano S.p.A. (sede amministrativa in Piazza Rossini 1, tel. 081 868 7080, mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) o direttamente il Comune di Bacoli, area servizi culturali (tel. 081 8553402, mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).

Il palazzo dell’Ostrichina è situato all’interno del Parco Vanvitelliano del Fusaro, in Piazza Rossini n. 1.
Con l'autovettura, dalla Tangenziale di Napoli, prendere l'uscita n.14 (Pozzuoli, Arco Felice, Bacoli) e seguire indicazioni per Bacoli, Via delle Terme Romane ed a seguire in fondo a Viale Vanvitelli. In alternativa, dalla superstrada SS7qtr, prendere l'uscita "Lago d'Averno", alla rotonda prendere la seconda uscita proseguendo su Via Montenuovo Licola Patria, tornare indietro alla rotonda successiva per poi imboccare sulla destra Via Arco Felice Vecchio e seguire le indicazioni per il Fusaro una volta attraversato la porta di Arco Felice Vecchio. 
E' possibile parcheggiare nell'area parcheggio adiacente il Parco.

È molto comodo utilizzare i mezzi pubblici da Napoli prendendo la linea ferroviaria "Cumana", scendere alla stazione di "Fusaro" per trovarsi ad un solo minuto a piedi da Piazza Rossini.

Non essendo prevista alcuna apertura al pubblico o titolo d'ingresso, se si vuole visitarla è consigliabile contattare il Centro Ittico Campano S.p.A. o direttamente il Comune di Bacoli per ottenere informazioni più dettagliate in merito anche al tariffario. L’intera struttura e la sala più grande sono luoghi ideali per mostre, fiere, convegni, congressi, convention, adunanze di ogni tipo ed anche rappresentazioni culturali, artistiche e teatrali per la presenza di un palchetto rialzato, in legno, in fondo al salone grande. Inoltre l’Ostrichina e il suo Salone possono essere affittati anche come location per celebrare matrimoni. Per ulteriori info rivolgersi all’ufficio anagrafe del Comune di Bacoli. 
E‘ consigliabile visitare anche la Casina Vanvitelliana per apprezzare la vista dell’Ostrichina e di tutte le strutture del Real Sito Borbonico del Fusaro dal punto di vista dell’isolotto su cui sorge il casino di caccia di Re Ferdinando.

  • Assuntore di custodia
  • Centro Ittico Campano
  • Prezzo biglietto
  • Gratuito

    Aperta al pubblico.

    Ingresso gratuito.

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