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Voyager alla scoperta del Parco Archeologico Sommerso di Baia

Le telecamere di Voyager, trasmissione di Rai Due condotta da Roberto Giacobbo, fa tappa a Bacoli per andare alla scoperta del Parco sommerso di Baia, definito come la "Pompei sommersa" per le tante bellezze archeologiche presenti e preservate in mare nel corso dei secoli a causa del bradisismo. Il Parco sommerso di Baia ha riportato alla luce tanti reperti archeologici, alcuni dei quali custoditi oggi nel Museo Archeologico dei Campi Flegrei presso il Castello Aragonese di Baia. In acqua presenti copie delle statue ritrovate ma resti di mosaici, colonne e pavimenti originali appartenuti al Portus Julius e alle ville imperiali.

Roberto Giacobbo al Parco sommerso di Baia con la trasmissione di Rai2

A Bacoli arrivano le telecamere di "Voyager", trasmissione di Rai Due condotta dal giornalista Roberto Giacobbo che, prima di immergersi nelle acque del golfo di Baia per visitare il Parco sommerso, comincia il suo racconto dal faro di Miseno. Qui ci sono delle inquadrature aeree molto suggestive che ritraggono tutta la bellezza di Capo Miseno e del promontorio. “Nulla al mondo splende più del meraviglioso golfo di Baia” è la citazione di Orazio con cui si apre il documentario.

Una Baia un tempo ricca di ville, impianti termali, giardini ed imbarcazioni commerciali e belliche affollavano il suo golfo in cui era compreso anche il Porto Giulio (Portus Julius) oggi situato nei pressi di Lucrino. Il bradisismo, fenomeno vulcanico di abbassamento e innalzamento della crosta terrestre, spiegato nel servizio dall'allora soprintendente dell'Area Marina Protetta di Baia, Paolo Caputo, ha portato questo le bellezze di Baia ad essere sommerse dalle acque del mare. Nel secondo dopo guerra, in seguito ai primi scatti aerei di Raimondo Bucher, pioniere della subacquea, iniziano i primi studi su questa importantissima area archeologica ma è soltanto negli anni '80 che vengono rivenuti i primi resti, come il ritrovamento del primo Ninfeo Imperiale.

Resti delle ville imperiali sommerse

Il conduttore di Voyager, Roberto Giacobbo, si immerge in acqua nell'area marina protetta con l'ausilio di un diving locale e la guida esperta di Enzo Maione del Centro Sub Campi Flegrei. Le immagini mostrano ciò che resta dell'area del Portus Julius, il porto in parte militare e in parte commerciale, realizzato da Ottaviano per combattere contro Sesto Pompeo che bloccava i rifornimenti dall'Africa per Roma. Un porto che Nerone cercò di collegarlo a Roma, un progetto che poi non fu mai realizzato. Sommersi in mare bellissimi mosaici con tessere bianche e colorate, coperti dalla sabbia per evitare la corrosione del mare, resti di manufatti con parti di colonne e tratti della strada che attraversava i magazzini del porto.

Meraviglioso il Ninfeo di Claudio a Punta Epitaffio, dove furono ritrovate le statue della madre dell'imperatore Claudio e della figlia. In mare sono state installate delle copie, mentre le statue originali sono custodite presso il Museo Archeologico dei Campi Flegrei. Sempre a Punta dell'Epitaffio sono ben visibili un tratto del pavimento realizzato con dei marmi pregiati e uno stupendo mosaico perfettamente conservato con delle tessere bianche e nere a disegnare delle forme esagonali. La magia del parco archeologico sommerso di Baia ha letteralmente rapito il giornalista di Voyager che parla più volte di "emozione" e facendo un parallelo con l'antica città di Pompei mandata in rovina dall'eruzione del Vesuvio.

Baia: la Pompei sommersa (Roberto Giacobbo, Rai 2, 2017).

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