Documentari

Parco Archeologico Sommerso di Baia in Meraviglie con Alberto Angela su Rai Uno

Il Parco Archeologico Sommerso di Baia rappresenta una delle tappe tra le “Meraviglie” della “Penisola dei tesori”, ovvero l’Italia, di Alberto Angela in una puntata andata in onda su Rai Uno. Da Mantova a Roma finendo nei Campi Flegrei, una terra che arde per via della sua natura vulcanica ma che sott’acqua nasconde quello che è considerato il più grande parco archeologico sommerso di tutto il Mar Mediterraneo. È considerata l’Atlantide della Campania, riemersa negli anni sessanta grazie ad alcune riprese aeree e a due pescatori.

Il Parco Archeologico Sommerso di Baia è il più grande di tutto il Mediterraneo. Una delle tante “Meraviglie d’Italia”, le quali non sono presenti solo sulla terraferma ma anche in mare, avvolte in un silenzio utile a custodire la loro storia e la loro bellezza. Ne è consapevole Alberto Angela, divulgatore scientifico nonché apprezzato conduttore televisivo, che con le telecamere di Rai Uno, a bordo di un barcone da pesca, ha portato Baia e la costa flegrea in mondovisione. Il tutto anche grazie alla voce introduttiva dell’attore e doppiatore Francesco Pannofino e le immagini mozzafiato del drone che ha ripreso dall’alto la bellezza del golfo di Bacoli, Baia e Pozzuoli.

Immersione di Alberto Angela nell’Area Marina Protetta

Alberto Angela ha raccontato le meraviglie di Baia sommersa, immergendosi grazie all’aiuto di uno dei tanti diving center della zona, cinque metri sotto il livello del mare, partendo da Punta dell’Epitaffio, ovvero Riserva Integrale (Zona A) dell’Area Marina Protetta. Esattamente qui, al confine tra Baia e Lucrino, nel 1969, tra anemoni e branchi di castagnole, si cominciarono ad intravvedere statue appartenenti, un tempo, ad antiche ville, come la testa di una Afrodite, recuperata da due pescatori locali, Salvatore Carandente e Biagio Carannante, o come quelle del Ninfeo dell’Imperatore Claudio. Statue ritrovate e custodite all’interno del Museo Archeologico dei Campi Flegrei, sito presso il Castello Aragonese di Baia. Sott’acqua sono presenti delle copie, quasi a ricostruire una vera e propria “Atlantide”: il giovane Dioniso, la cosiddetta statua della bambina, probabilmente la figlia di Claudio (morta in gioventù) e poi Ulisse, che sta versando una coppa di vino, l’amico Bajos dal volto irriconoscibile ed infine Antonia Minore, madre dell’imperatore Claudio.

La scoperta del Parco Archeologico Sommerso di Baia a partire dal 1956

In realtà, però, il primo ad accorgersi della città sommersa e dell’antico Portus Julius, è stato Raimondo Bucher, pioniere dell’archeologia subacquea, sorvolando a bordo di un aereo militare, nel 1956, notando dall’alto la vera e propria planimetria di una città che, a causa del bradisismo, si era inabissata a partire dal III° secolo d.C. Mura, colonnate, pavimenti e splendidi mosaici policromi, tenuti appositamente sotto la sabbia per preservarne la pregevole fattezza, testimoniano la presenza, un tempo, di ville, giardini, botteghe e un porto militare. Per Alberto Angela tornare in superficie è stato come tornare da un mondo antico alla realtà odierna. Una Meraviglia d’Italia.

Articoli Correlati