Storie

C'era una volta Aret' à Chiesa di Sant'Anna

Ore 12,40 di un giorno qualsiasi, di un mese qualsiasi, in una realtà speciale. Passi frettolosi e voci stridule, si confondono agli ordinari rumori di fondo. I cespugli della parietaria abbelliscono vecchie mura cotte dal sole, mentre squarci di luce si stagliano all'orizzonte di un Borgo perennemente vivo del suo caos calmo.

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Borgo Aret'à Chiesa, Bacoli. Nicola d'Orso.

I colombi, che da tempo si sono insediati in ogni buca, sottotetto e cornicione disponibile del Centro Antico, continuano a rompere l’anima con il loro tubare e ad accumulare escrementi. In alcuni punti, la strada è piena di guano. Ma pure le facciate, i balconi ed i veicoli sono oggetto del loro quotidiano imbrattamento. Il “bombardamento” è incessante, continuativo. Anche i panni stesi sono presi di mira dalla loro diarroica “benedizione” quotidiana.

Stamattina è toccato a Cuncettina farci i conti, di manifestare tutto il suo evidente disappunto.

“Tiè, guard’a cca’? Manc’ ò tiempo de spannere e tu vire che regalo!? Sti figlje ‘e zoccole m’hanno pigghiato d’uocchi. Chest’è à terza vota che lave!"

Le campane della Chiesa di Sant'Anna hanno intonato dodici tocchi in sequenza e tre di rincalzo. Da queste parti, nessuno guarda l’orologio, basta tendere l’orecchio e ascoltare. Sono le 12 e 45.

Dalla finestra che dà sulla strada, la voce inconfondibile ed a tratti cigolante di Nanninella, fa da megafono ad altre mamme in attesa di “calare la pasta”.

“Cuncè, Marì, Antonietta stann p'arrivà!” urla la sentinella dal suo posto di guardia.

Dall'altro lato della strada, ad oltre 50 metri in linea d'aria, una delle mamme interessate le fa da eco e rilancia il messaggio. Una voce potente da soprano squarcia l’aria, facendolo arrivare a destinazione in ogni angolo di Cento Camerelle. In meno di niente, rifacendo il percorso a ritroso, “’a mmasciata” rimbalza di balcone in balcone, di finestra in finestra e rispedita al mittente.

“Ah, assa fa' 'a Maronna, stanne venenne!!! Nanninè, paresse ca fosse fernuta n'ata meza jurnata 'e merda!”.

Da poco le campanelle della scuola “G. Marconi” hanno dato il via libera ad uno sciame di bambini che si lanciano nelle stradine anguste del Centro Antico, preceduti da genitori annaspanti e ingobbiti dal peso delle loro cartelle piene di tutto. Anche di sogni.

Pochi istanti dopo, la Via si riempie di vivace allegria, di colori, di voci gioiose e zigzaganti tra le pietre di tufo e le lamiere delle auto, perennemente in sosta nel Centro Antico di Bacoli. Giusto il tempo di soffocare i mugugni dello stomaco e via nuovamente insieme, ad occupare la strada, ad alimentare l’eterna fonte di giochi e sogni mai sopiti.

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